L’importanza dell’esame delle urine nella diagnosi del tumore della vescica

Negli ultimi anni sempre più frequentemente si vedono pazienti affetti da tumore della vescica. È un reale incremento di questa patologia? È solo una maggiore capacità diagnostica legata all’accresciuta attenzione posta al problema da parte dei medici? È forse solo in relazione al miglioramento delle tecniche diagnostiche oggi disponibili?

Già molti anni fa veniva osservato come questo tipo di patologia poteva essere riscontrata in soggetti la cui attività lavorativa li portava ad inalare determinate sostanze; veniva considerata come una patologia professionale legata al contatto con composti chimici coloranti derivati dall’anilina, dalle amine aromatiche e dai composti arsenicali.

Potrebbe voler dire che tali sostanze si sono diffuse nell’ambiente creando una sovraesposizione della popolazione? È possibile che ciò sia accaduto, ma identificare questo eventuale problema è compito dell’igiene pubblica e non del clinico medico che può solo segnalare l’aumentata incidenza dei casi riscontrati.

Compito invece del clinico è quello di ricercare un approccio diagnostico quanto più possibile precoce per poter instaurare un trattamento immediato ed efficace ed ottenere la guarigione di quanti più pazienti possibile.

Come al solito la diagnosi precoce, ricercata attraverso controlli semplici ed efficaci, rappresenterà la chiave di volta per arrivare al risultato.

Prevenzione, attenzione, metodo, accuratezza e non superficialità sono le parole d’ordine per raggiungere l’obiettivo.

In questo caso l’indizio più utile ci viene da un accertamento semplicissimo e di minimo costo, come un banale esame delle urine che dovrebbe essere effettuato periodicamente di routine. L’osservazione attenta del sedimento urinario può mostrare la presenza di microematuria che, se non trascurata, permette di porre il sospetto diagnostico di neoplasia vescicale.

Cos’è la microematuria? Unicamente il rilievo, per l’appunto nel sedimento urinario, di un minimo incremento nella presenza dei globuli rossi.

Naturalmente andrà valutato, nella donna fertile, il dato del possibile inquinamento relativo alla vicinanza del ciclo mestruale.

Tutto sarà più facile quando, fortunatamente per il paziente, dovesse comparire una franca ematuria cioè l’emissione di urina rossa anche in una sola occasione. Sarà necessario però non banalizzare l’evento considerandolo come una semplice cistite emorragia. Purtroppo troppo frequentemente ciò accade!

In tutti questi casi, microematuria o ematuria macroscopica, alcuni accertamenti aggiuntivi anche ripetuti nel breve periodo ed effettuati in condizioni ottimali, potrebbero salvare la vita del paziente ed evitargli inutili sofferenze.

Si tratta, in primis, di effettuare un’ecografia vescicale fatta con la massima distensione dell’organo di raccolta delle urine per poter esaminare la sua parete nel modo più attento possibile. Sarà, comunque, sempre utile abbinare l’ecografia renale.

Perché fare anche l’ecografia renale? Per due motivi fondamentali: identificare una possibile causa più semplice dell’ematuria, per esempio la possibile presenza di calcoli renali magari piccolissimi (microlitiasi) o non piuttosto per identificare una patologia del rene eventualmente anche di tipo neoplastico (tumore del rene) perché, anche in questi casi, il primo segno della malattia potrebbe essere esclusivamente una perdita di globuli rossi con le urine, talora inapparente.

Ovviamente, posto il sospetto diagnostico, si potrà procedere ad ulteriori accertamenti come la citologia urinaria, la TAC addome e la cistoscopia. Quest’ultima, molto più attendibile nella diagnostica precoce, potrebbe anche essere richiesta in assenza del riscontro positivo all’ecografia in relazione alla semplice persistenza del quadro ematurico.

Ecco allora come un semplice esame delle urine, fatto in ambito preventivo ed adeguatamente interpretato, potrebbe essere di particolare utilità per porre il sospetto clinico di tumore vescicale. Da non trascurare il fatto che lo stesso semplice esame potrebbe, talora, essere la spia di molte altre patologie se ben esaminato il suo referto.

 

Dr. Mauro Marchetti 

Specialista in Medicina Interna

 

 


Iscriviti alla mailing list
Accetto Informativa sulla privacy