Quando si parla di "acqua nel polmone", cosa si intende veramente?

In altre sedi ho definito due condizioni patologiche, solo apparentemente simili fra loro, caratterizzate dalla raccolta di liquido all’interno della pleura e all’interno degli alveoli polmonari. Tali patologie vengono definite, rispettivamente, versamento pleurico ed edema polmonare.

In queste due differenti situazioni, oltre al fatto che sono interessate strutture anatomiche diverse, è rilevabile una netta diversità nella patologia di fondo e nel meccanismo fisiopatologico.

Sintetizzando le loro differenze direi che:

  • Solo quando fosse presente acqua all’interno degli alveoli è giustificato parlare di “acqua nel polmone
  • Questa condizione è unicamente dovuta alla presenza di uno scompenso cardiaco sinistro che, a sua volta, può essere conseguenza di differenti situazioni favorenti o determinanti: una prima causa potrebbe essere una valvulopatia primitiva o secondaria, in altri casi potrebbe esse in gioco l’ipertensione arteriosa; altre cause di scompenso cardiaco potrebbero essere le miocarditi, la pericardite, un’aritmia o l’infarto miocardico
  • La pleura è solo una sorta di contenitore esterno del polmone e la presenza di liquido nel suo interno può unicamente essere definito come “versamento pleurico
  • L’accumulo di liquido nel cavo pleurico, mono o bilaterale, può avere numerose cause tra cui quelle cardiogene come lo scompenso cardiaco destro, le patologie su base autoimmune o le malattie del polmone sia di tipo infettivo che tumorale, ecc.
  • La presenza di liquido nella cavità pleurica può determinare la compressione del polmone dall’esterno con acquattamento degli alveoli che saranno impossibilitati ad espandersi e, conseguentemente, ad espletare la loro funzione respiratoria
  • Lo scompenso cardiaco potrà essere responsabile sia di versamento pleurico che di raccolta di acqua all’interno degli alveoli e, in entrambi i casi, si potrebbe manifestare un’insufficienza respiratoria più o meno grave; solo nel secondo caso, acqua negli alveoli, si potrebbe arrivare al quadro clinico del grave edema polmonare acuto con rapido exitus del paziente
  • La difficoltà respiratoria che si realizza nel caso del versamento pleurico sarà di differente gravità in funzione dell’entità del liquido accumulato e potrà accentuarsi gradualmente per il progressivo incremento della quantità di acqua ivi raccolta; potrà essere presente tosse secca e stizzosa che, analogamente, potrà progressivamente aumentare
  • La dispnea da scompenso cardiaco potrebbe, viceversa, insorgere e regredire improvvisamente ed accompagnarsi a tosse produttiva con abbondante espettorato schiumoso perché misto all’aria alveolare
  • La patologia cardiaca responsabile delle due differenti complicanze, versamento pleurico ed edema polmonare, deve far riferimento ad una riduzione della capacità contrattile del ventricolo destro e sinistro, rispettivamente

Tutto quanto descritto in questo articolo apre un nuovo interessante capitolo nella diagnostica differenziale tra patologia polmonare e cardiaca relativa a quella condizione che comunemente definiamo “asma”.

Qui pongo solo il problema della diagnostica differenziale tra asma bronchiale ed asma cardiaco che, se foste interessati, affronterei in altra sede.

 

Dr. Mauro Marchetti 

Specialista in Medicina Interna

   

   


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