Ad un occhio esperto non sfugge la differenza tra prevenzione e diagnosi precoce. Ma questa differenza è per tutti evidente?
Tanto si parla di prevenzione come di un fondamentale mezzo per ridurre l'incidenza delle malattie che possono minare la salute degli individui.
Prevenire una malattia vuol dire innanzitutto identificare le possibili cause della sua insorgenza, combatterle o evitarle e, conseguentemente, ridurre il rischio che tale malattia possa davvero insorgere.
A monte, naturalmente, è l'identificazione e la correlazione di una o più possibili cause dell’insorgenza della malattia in questione.
Un esempio per tutti l'infarto del miocardio. Cause ormai accertate sono una serie di condizioni predisponenti come l'ipertensione arteriosa, l'ipercolesterolemia, il diabete mellito, l'obesità, la sedentarietà, ecc. Combattere questi fattori di rischio è fondamentale per diminuire la possibilità, nel singolo individuo, di far comparire la cardiopatia ischemica a sua volta capace di far insorgere l'evento infartuale acuto.
Per diagnosi precoce, viceversa, si intende mettere in atto una serie di procedimenti diagnostici il più possibile semplici ed innocui, magari ripetuti nel tempo, in grado di poter anche solo sospettare una patologia ancora asintomatica.
Ciò consentirebbe di approntate una serie di ulteriori approfondimenti diagnostici per arrivare velocemente ad una precisa diagnosi e, quindi, ad un rapido trattamento con maggiori possibilità di successo.
Come si prevengono i tumori?
Molto si discute sulla prevenzione dei tumori. In realtà in questo ambito quasi tutte le strategie messe in atto sono orientate all'identificazione delle neoplasie in fase iniziale e, quindi, più facilmente aggredibili e con maggiori possibilità di guarigione definitiva (diagnosi precoce).
Tale appare essere, ad esempio, il ruolo della mammografia ripetuta nel tempo. Tale esame è utile ad identificare piccole formazioni nodulari anche non palpabili, le cui caratteristiche radiologiche potrebbero far pensare ad una patologia neoplastica appena iniziata della mammella.
In alcuni casi, come nel tumore del colon, è davvero possibile fare prevenzione in quanto è stata sicuramente riconosciuta una “lesione precancerosa” rappresentata, nel caso specifico, dalla presenza di formazioni polipoidi che, seppur in un tempo non definito, hanno grande capacità di evolvere verso la trasformazione maligna. Identificare la presenza di un polipo del grosso intestino ed asportarlo equivale ad impedire l'insorgenza del tumore del colon: questa è vera prevenzione.
In tutto questo un ruolo fondamentale lo riveste la familiarità per determinate patologie. L'esperienza insegna che certe malattie sono particolarmente frequenti in alcune famiglie o, addirittura, è possibile valutare percentualmente il rischio di insorgenza di una determinata patologia considerando la sua frequenza nei consanguinei.
La prevenzione grazie al DNA
La possibilità attuale di identificare nel genoma (DNA) determinati alleli, aiuta ancor di più a valutare il rischio di insorgenza di quella patologia nel paziente in esame.
Un esempio per tutti è il rischio di essere affetti, in futuro, da diabete mellito di II tipo. Da tempo è noto che avere entrambi i genitori affetti da questa malattia predispone a sicura insorgenza della stessa nei figli; studi sul DNA confermano tale predisposizione ed adeguati stili di vita, prime fra tutti idonee abitudini alimentari, possono ritardare o impedire la manifestazione della malattia. In tal caso conoscere il rischio favorisce la scelta di adeguare le proprie abitudini per ritardarne almeno l'insorgenza.
Cosa deve fare un soggetto sano per attuare una buona prevenzione o per identificare precocemente una malattia asintomatica?
Tali premesse sono indispensabili per rendersi ancor di più conto di come una periodica ed attenta valutazione clinica del soggetto sano possa favorire l'identificazione di fattori di rischio di una determinata patologia (ad esempio il rischio cardiovascolare), indurre un più adeguato stile di vita o spingere verso particolari attenzioni o indagini orientate a favorire il mantenimento dello stato di benessere.
Le stesse procedure potranno permettere una diagnostica precoce e, anche in tal caso, un miglioramento della vita futura sia in termini di durata che di qualità.
Fondamentali in tal senso appaiono:
- anamnesi familiare – vuol dire analizzare attentamente la presenza, nella famiglia del soggetto in esame, di malattie o condizioni patologiche che possano incidere nel favorire determinate patologie.
- anamnesi patologica prossima – è l'attenta valutazione di eventuali sintomi riferiti dal soggetto in esame che, talora, potrebbero essere sottovalutati dallo stesso.
- esame obiettivo – è la visita clinica fatta dal Medico in cui la classica semeiotica fisica, ormai in disuso ma pur sempre valida, può far riconoscere situazioni che meritino un approfondimento diagnostico.
- accertamenti clinici di primo livello – sono semplici esami strumentali che possono essere eseguiti presso un comune studio medico, non invasivi, che possono comunque aiutare a porre un sospetto diagnostico e indurre ad accertamenti di livello superiore con l'obiettivo di identificare e trattare una eventuale malattia in fase precoce.
È quindi indispensabile consigliare a tutti i soggetti sani di:
- Sottoporsi periodicamente ad una visita medica generale. La frequenza della stessa varierà da soggetto a soggetto in funzione della sua età e della presenza di eventuali particolari condizioni di rischio. Sarà il Medico Visitatore che consiglierà quando ripetere il controllo.
- Effettuare periodicamente esami ematochimici e/o strumentali semplici, possibilmente non invasivi, non pericolosi ed a basso costo anche in assenza di sintomi di rilievo.
- Partecipare agli screening per le più comuni patologie eventualmente in programmazione.
- Rivolgersi al Medico laddove dovessero insorgere sintomi clinici nuovi o, comunque, quando dovesse essere notata una qualsiasi variazione rispetto al passato.
La visita per il rilascio della certificazione di idoneità allo svolgimento dell'attività fisica non agonistica, notoriamente necessaria ogni anno, può rappresentare un'ottima occasione per la valutazione clinica generale a condizione che il soggetto, per definizione sano visto che si appresta ad espletare attività fisica, venga sottoposto ad un accertamento clinico attento da parte del Medico Certificatore.
Ulteriore opportunità per espletare in modo semplice ed economico prevenzione e diagnostica di primo livello è quella fornita attraverso la registrazione al presente sito.
Verifica la programmazione proposta nel box dedicato dove potrai trovare progetti con onorari ridotti utili a soddisfare le più comuni esigenze in diversi ambiti clinici.
Partecipare ad uno o più progetti di prevenzione vuol dire anche acquisire titolo per utilizzare le opportunità gratuite messe a disposizione dei registrati.
Tutto ciò è orientato non a medicalizzare il soggetto sano ma a favorire il mantenimento del suo stato di buona salute.
Dr. Mauro Marchetti
Specialista in Medicina Interna