L'elettrocardiogramma in prevenzione

Quando è utile effettuare un elettrocardiogramma?

Eseguire periodicamente un elettrocardiogramma, specie oltre i 30-35 anni, è un modo semplice per avere più certezze sul benessere di un soggetto apparentemente in buona salute o per un controllo programmato nel paziente iperteso, diabetico, ipercolesterolemico o con alto rischio cardiovascolare o con aritmie.

Un elettrocardiogramma (ECG) può essere richiesto a chiunque di noi in diverse circostanze ed anche in assenza di qualsiasi sintomatologia.

Di seguito un elenco di motivazioni per cui spesso è richiesto un controllo di questo accertamento:

  • un semplice e periodico controllo per presenza di una patologia cardiaca aritmica o ischemica o in soggetti in cui siano stati individuati fattori di rischio cardiovascolare.
  • per poter ottenere dal Medico di Medicina Generale il certificato di idoneità alla pratica di attività fisica non agonistica.
  • per eseguire accertamenti diagnostici (TC, RM) con mezzo di contrasto
  • prima di effettuare interventi chirurgici quando l'esame non venga effettuato nella preospedalizzazione.
  • per un controllo durante la gravidanza o in prossimità del parto.
  • per soddisfare la richiesta dello specialista in neurologia o psichiatria che periodicamente richiede una valutazione elettrocardiografica con determinazione della durata dell'intervallo QT e QTc per poter prescrivere in sicurezza alcuni farmaci neurolettici.

 

E' corretto effettuare unicamente un elettrocardiogramma?

Certamente no.

Un tracciato ECG può essere materialmente effettuato da un infermiere ma per la refertazione è indispensabile il Medico.

Ma per il Medico refertare un ECG senza vedere il paziente può essere talvolta difficile e, in taluni casi, assolutamente inadeguato considerando che l'interpretazione del tracciato non sempre può prescindere dalla valutazione clinica complessiva del soggetto in esame. Avere l'opportunità di vedere il paziente sarà un fondamentale elemento per emettere un giudizio prognostico, decidere un eventuale trattamento farmacologico urgente o, talora, attivare un vero intervento di emergenza.

Pertanto, vista l'estrema semplicità di obiettivare visivamente le condizioni generali del paziente, effettuare l'ascoltazione cardiaca (porre per pochi secondi il fonendoscopio sul torace del paziente), misurare la pressione arteriosa con uno strumento manuale o elettronico (altrettanti pochi secondi), è certamente conveniente spendere qualche minuto in più al fine di aumentare l'efficacia del controllo preventivo.

Nella stessa ottica, aggiungere anche alcune domande di tipo anamnestico, estendere la valutazione clinica alla obiettività generale e di altri organi (torace ed addome in particolare) e valutare gli esami ematochimici (esami del sangue) già in possesso del paziente e portati in visione, aumenta nettamente la possibilità di individuare e prevenire eventuali patologie non ancora diagnosticate (Visita Internistica).

Certamente tutto ciò prescinde dalla compilazione di una cartella clinica come avverrebbe nel corso di una visita specialistica o in un vero progetto di prevenzione ma garantirebbe, al medico prima che al paziente, l'opportunità di non perdere una eventuale diagnosi.

Al contrario, effettuare unicamente un tracciato elettrocardiografico eseguito da un paramedico e refertato senza controllo clinico generale ha una valenza quasi esclusivamente amministrativa che poco o nulla favorisce la prevenzione e la diagnostica precoce.

 

 

Dr. Mauro Marchetti
Specialista in Medicina Interna 

 


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