La tiroide
In questo articolo vengono descritte alcune caratteristiche anatomiche e funzionali della tiroide nonché vengono accennati semplici concetti relativi ai principali approfondimenti diagnostici chiesti dal medico nel sospetto di una patologia, quella tiroidea, oggi particolarmente frequente soprattutto nel sesso femminile e che mostra una notevole familiarità.
Cos’è la tiroide?
La tiroide è un piccolo organo a forma di farfalla per la presenza di un corpo centrale e di due lobi laterali, destro e sinistro simili ad ali, situato nella regione anteriore del collo e capace di produrre una sostanza, l’ormone tiroideo, che svolge una serie di funzioni importantissime e non ancora completamente conosciute.
Che cosa è un ormone?
L'ormone è una sostanza prodotta da un organo detto ghiandola a secrezione interna in quanto è capace di immette la sua produzione direttamente nel sangue dove espleta uno o più particolari effetti.
Tra queste ghiandole due sono particolarmente conosciute per la frequenza delle patologie che possono colpirle e sono la tiroide e l'ipofisi: la prima produce gli ormoni tiroidei, la seconda parecchi altri ormoni tra cui il TSH.
A cosa serve la tiroide?
Attraverso la produzione dell’ormone tiroideo, svolge soprattutto un’importante attività di controllo sui metabolismi dell’organismo: glicemia, colesterolo, produzione di energia, termoregolazione, metabolismo basale, ecc.
Come funziona la tiroide?
La tiroide, stimolata dal TSH che è un altro ormone prodotto questa volta da una ghiandola chiamata Ipofisi presente alla base del cervello dietro il naso, secerne l'ormone tiroideo (T3 e T4) che, immesso nel sangue circolante, svolge le funzioni sopra dette.
L'ormone tiroideo viene ritrovato nel sangue sotto due forme:
- la Tiroxina indicata con la sigla T4 che rappresenta almeno il 90% della produzione ormonale
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la Triiodotironina indicata con la sigla T3 che costituisce solo il 10% dell'ormone totale prodotto
Le due forme ormonali, T3 e T4, sono a loro volta presenti nel sangue
- in forma legata alle proteine plasmatiche cioè del sangue (T3 – T4)
Gli ormoni presenti nel sangue legati alle proteine plasmatiche non hanno attività funzionale ma rappresentano unicamente un ormone di riserva ossia di deposito
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in forma libera definita Free (FT3 – FT4)
Gli ormoni presenti nel sangue in forma libera sono quelli effettivamente attivi nel gestire i metabolismi e sono gli unici oggi richiesti dall'endocrinologo e dosati nel sangue quando si studia la funzione della tiroide.
Come sopra detto, il TSH (Tireotropina ipofisaria) è un ormone prodotto dall'ipofisi ed è capace di stimolare la produzione ormonale della tiroide.
Il TSH aumenta quando la tiroide produce poco FT3 ed FT4 e quindi nel sangue se ne riduce la loro quantità
Viceversa, il TSH diminuisce quando la quantità di FT3 ed FT4 aumentano nel sangue per una maggiore produzione tiroidea o, nei soggetti in terapia sostitutiva, quando si somministra una dose eccessiva di Eutirox.
Questo meccanismo di controllo nella produzione ormonale viene definito feedback negativo o meccanismo di auto controllo. In altri termini, se l'ormone prodotto dalla tiroide (FT4) aumenta quello prodotto dall'ipofisi (TSH) diminuisce e viceversa.
Il tuo medico ti ha chiesto gli accertamenti per la tiroide: cosa ti chiederà di fare inizialmente e perché?
Un primo approccio sarà il dosaggio degli ormoni tiroidei. É un semplice prelievo di sangue e serve a valutare la funzione della tiroide.
Si doseranno: FT3 – FT4 - TSH
Questi ci diranno come funziona la tua tiroide:
- Se funziona bene sarai in Eutiroidismo (saranno normali sia FT4 che TSH)
- Se funziona poco sarai in Ipotiroidismo (ci sarà basso FT4 ed alto TSH)
- Se funziona troppo sarai in Ipertiroidismo (ci sarà alto FT4 e basso TSH)
Dovrà essere anche valutata la quantità dei singoli ormoni ed il rapporto fra loro, nonché la loro variazione nel tempo, per verificare una possibile tendenza ad una alterazione della funzione tiroidea.
Il secondo accertamento che il tuo Medico ti chiederà nel sospetto di una patologia della tiroide sarà l'ecografia o meglio l'eco color doppler tiroideo.
Questo esame permette di vedere la tiroide e quindi potrà darci notizie sulla sua grandezza, su eventuali sue anomalie di forma (asimmetria dei lobi, alterazioni dell'istmo, presenza di approfondimento dietro lo sterno, ecc).
Potrà informarci della presenza di noduli che verranno valutati per numero, sede, grandezza e vascolarità. Tali caratteristiche potranno essere seguite nel tempo e ciò sarà indicativo di una eventuale loro evolutività.
Scegliere di fare un eco color doppler piuttosto che una semplice ecografia vuol dire avere l'opportunità di valutare la vascolarizzazione (cioè come il sangue si distribuisce) sia all'interno della tiroide che in prossimità dei noduli eventualmente rilevati.
La presenza di una disomogeneità strutturale e della vascolarità della tiroide nel suo complesso potrà farci pensare ad un quadro infiammatorio definito come tiroidite, spesso cronica, e tale sospetto verrà approfondito attraverso ulteriori esami del sangue come la ricerca degli auto anticorpi (Ab anti TG, Ab anti TPO, Ab anti M).
La positività degli anticorpi, sia pur variabile nel tempo, associata ad un particolare reperto dell'eco color doppler tiroideo, potranno far riconoscere al Medico il quadro di una tiroidite (infiammazione) talora acuta, più spesso cronica e su base autoimmune.
Lo studio color doppler di eventuali noduli (vascolarità peri o intra lesionale, cioè presenza di vasi sanguigni intorno o dentro al nodulo) potrà farci porre un giudizio prognostico su quel nodulo: potremmo cioè capire se in futuro ci sarà la possibilità di una trasformazione maligna del nodulo in esame oppure no.
Nel caso sia presente un nodulo con vascolarità intralesionale sarà opportuno un attento monitoraggio nel tempo dello stesso ed, eventualmente, potrà essere utile mettere in programma un suo ago aspirato.
In ogni caso, al di là dell'utilità di conoscere per capire e per prevenire, spetterà sempre al medico la decisione se e quando approfondire un sospetto diagnostico e se e quando iniziare una terapia farmacologica.
Dr. Mauro Marchetti
Specialista in Medicina Interna